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POLITICO PER PASSIONE



Oggi, 23 giugno 2019, ricorre l'anniversario della morte di un nostro concittadino, Fernando Leone. Domani i famigliari faranno celebrare una messa in sua memoria nella chiesa di San Marco Evangelista alle ore diciotto.
Premesso che ogni persona ha una sua storia personale che in qualche modo è entrata o entrerà a fare parte del patrimonio umano che è la memoria di un paese, ho ritenuto di dover ricordare proprio lui perché ha rappresentato un aspetto non secondario della vita del nostro comune, cioè l'identità politica.
Faceva parte fin da giovanissimo di quella schiera di giovani che si avviavano e si appassionavano alla vita politica attraverso la frequentazione di sezioni (nel suo caso quella della Democrazia Cristiana), la partecipazione a riunioni, l'ascolto di comizi o la frequentazione delle sedute consiliari.

Non aveva mai ricoperto incarichi istituzionali, ma ebbe incarichi all'interno del suo partito. Era convinto della sua scelta politica, ma non fazioso al punto da condividere sempre e comunque le direttive di partito.

Io lo ricordo per le appassionate discussioni su vari argomenti di politica locale o nazionale, sempre privi di un interesse diretto che potesse riguardarlo. Aveva un particolare modo di guardare l'interlocutore, ora con occhiate quasi grifagne, ora con un'aria sottilmente canzonatoria, attento sempre a cogliere le affermazioni e le reazioni di ciascuno attraverso rapidi sguardi gettati ora sull'uno ora sull'altro partecipante alla discussione.

Conoscitore delle famiglie e della loro storica presenza sul territorio, pareva sapesse tutto di tutti, tanto che era chiamato famigliarmente AZeta come il titolo di un famoso programma televisivo degli anni Settanta, in cui si analizzavano cause ed effetti di avvenimenti di varia natura.

Aveva memoria degli eventi politici nazionali e locali, ricordando date, persone e iniziative, ma soprattutto conservando i risultati elettorali di partiti e candidati delle competizioni elettorali, che al momento opportuno metteva a confronto con puntigliosa precisione.

Aveva svolto l'incarico di scrutatore, di presidente di seggio e di rappresentante di lista, per cui aveva competenza delle leggi e dei regolamenti elettorali.

Dotato di senso dell'umorismo sapeva ridere e irridere, e quando lo faceva quel suo sguardo acuto e indagatore si allargava assieme al sorriso quasi a mostrare il lato nascosto di sé: un sincero distacco dalle ipocrisie del mondo.

Non amava le gerarchie e la sottomissione, per cui non si sentiva né inferiore, né superiore ad alcuno. La foto che lo ritrae fu scelta appropriatamente dai famigliari per ricordarlo, a pochi giorni dalla morte, assieme al testo sul retro:
"Sorridere è l'unico modo per averti accanto; la tua allegria sarà la nostra compagnia ... Nessuno muore sulla Terra finché vive nel cuore di chi resta."
E nel mio cuore di vecchio comunista resterà sempre il caro ricordo di questo occasionale compagno.

Paolo Chiaselotti