Ringraziamo vivamente l'avv. Fausto Richetti che con questa preziosa immagine e con le seguenti ci permette di scoprire alcuni importanti aspetti del nostro passato.
La foto risale ai primissimi anni del Novecento, prima del terremoto del 1905 (si evince dalla mancanza delle cosidette catene antisismiche e dalla casa sulla sinistra a tre piani con mansarda, oggi a due soli piani). La torre campanaria romanica sarà ricostruita dopo il terremoto con uno stile ibrido e cupola sovrastante e successivamente abbattuta. Dal confronto in basso tra le due torri campanarie si possono notare le differenze. Interessante la finestra bifora sulla torre romanica che sarà chiusa e traslata sul lato sud nella torre ricostruita.
Da notare l'assenza della piazza antistante il duomo, nonché la presenza di due viottoli di accesso alla Motta, utilizzata come cava, e soprattutto la facciata di un fabbricato, addossato alla collina, il quale, per la simmetria e per la presenza di due aperture (sembrano fornici o nicchie piuttosto che finestre), fa pensare ad un'edicola religiosa o ad un ingresso. Potrebbe trattarsi della Porterola citata nella Platea delle Clarisse del 1632, cioè di una porta secondaria di accesso o di fuga.
È interessante notare, inoltre, l'accesso laterale alla chiesa, la costruzione addossata con balcone al piano superiore, e la piccola apertura corrispondente alla parte absidale della cripta.
Sul colle della Motta, dietro il vecchio seminario (oggi casa Maierà) si vedono delle rocce e, sulla destra parzialmente nascosti dai tetti delle case antistanti, i reliquati di mura.
L'attuale strada via Duca degli Abruzzi si chiamava strada nuova del ponte Sacchini, o più semplicemente strada nuova. Sul lato destro di essa cominciavano a nascere nuove costruzioni (si vede la casa Fragale); quelle esistenti sul lato sinistro facevano parte dei quartieri Santa Caterina e Santo Pietruzzo (palazzo Gonzaga Campagna), quelle più prossime al duomo, a destra della strada, facevano parte del quartiere di Santo Pietro.