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Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti
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Il cognome Rinaldi compare per la prima volta in un atto di morte del 1810 quando il signor Gaetano Rinaldi, usciere, dichiara la morte del figlio Vincenzo Maria di 27 giorni, nato dal suo matrimonio con Piomonte Maria Francesca, filatrice. Avrà altri sei figli e resterà vedovo nel 1834. Dagli atti di nascita risulta abitare nella piazza di basso.
Le sue condizioni sociali ed economiche sono di tutto di rispetto visto che troviamo sempre anteposto al suo nome il don oppure l'appellativo di signore. In un atto è indicato anche come agrimensore. Fu membro del decurionato (consigliere comunale).
Da un atto del consiglio comunale apprendiamo che il figlio Pietro con altri fratelli gestiva un mulino.
Nel 1835, cinquantaseienne, si risposa con Baratta Maria Giuseppa figlia di proprietari e anche lei, come i genitori, citata con appellativi di riguardo.
Dall'atto del secondo matrimonio possiamo desumere maggiori informazioni sulle origini di don Gaetano: era nato a Rogiano da Rinaldo Vincenzo e Caputo Rosa. Nell'atto è citato anche il suo avo paterno: Pietro. Da questa seconda unione nacquero tre maschi e due femmine. Il primogenito, Luigino, falegname, domiciliato nella strada Meridionale al n.21 (Capo delle Rose) sposò Carrano Maria Rosa. Dal loro matrimonio nacque nel 1878 Angiolo Raffaele che proseguì l'attività artigiana dal padre.
Don Gaetano ebbe altri due figli maschi, Antonio, di cui non troveremo altre notizie oltre la nascita, e Michele, sarto, che nel 1880 risulta emigrato in America.
Esistono pochissimi atti riferiti ad altri Rinaldi, provenienti da Santangelo di Cetraro agli inzi dell'Ottocento, ma i loro nuclei si estinguono nel termine di qualche decennio. Non risulta alcun riferimento che possa collegarli al ceppo esaminato.