Prima pagina | Curiosità | Immagini | Cronologia | Delibere | Argomenti | Cronaca | Cognomi | Emigrati | Mestieri | Strade | Contrade | Prezzi | Cronistoria
Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti
(foto, photo)




 
Potremmo dire che in nessun altra famiglia vi furono tante ... divisioni quante ne abbiamo contate tra gli individui con cognome Di Tomasi, Tomasi, Di Tommaso, De Tommaso, Tommaso, tutti discendenti dallo stesso ceppo e molti appartenenti allo stesso nucleo familiare. E come se non bastasse negli atti di nascita dei figli di Arcangelo, uno dei discendenti del primo ceppo, alla varietà del cognome paterno si accompagnò quello della madre che da Volpe si trasformò in Volpicella. E viceversa.
Ritornando ai Di Tomaso, che tale fu il primo cognome di entrambi i ceppi qui riportati, erano bracciali e la loro presenza a Sammarco, come si chiamava a quel tempo il comune, è documentata fin dai primi registri anagrafici la cui istituzione risale al 1809. Nel 1810 fu registrato, infatti, il primo individuo con questo cognome nato in contrada San Giorgio o Santo Iorio (italianizzazione di Santu Iuoriu). Oltre ai due ceppi maggiori abbiamo trovato alcuni piccoli nuclei che riteniamo rami di essi, ma la cui origine non è documentata.
Il cognome è presente anche in un atto consiliare del 1873, nel quale è citato Domenico De Tommaso che cedette una quota demaniale da lui posseduta in località Iotta.
Sulla provenienza dei Di Tomaso, se escludiamo un atto di matrimonio di tale Vincenzo Di Tommaso, molinaro nativo di Rotonda in provincia di Potenza, il quale non ebbe discendenti in loco, non abbiamo trovato cenni di diversa provenienza in nessun altro documento. Considerando, però, la frequenza dei nomi Michele e Arcangelo e il fatto che Nicola sposò una giovane le cui origini erano di Cetraro, non escluderei una loro emigrazione da quel Comune e più precisamente dal casale di Sant'Angelo da cui provenivano molti lavoratori agricoli (e tali erano in gran parte i Di Tomaso) e vaticali (conduttore di carri, il mestiere svolto da Luigi figlio di Arcangelo).
A seguito di un'ulteriore e più approfondita ricerca, siamo potuti risalire agli antenati più lontani del ceppo maggiore (il primo sopra raffigurato). Nel catasto onciario del 1754 compaiono, infatti, i componenti del nucleo familiare con la rispettiva età e i beni sottoposti a censo. Da questi ricaviamo che il capostipite Giuseppe Di Tomaso, all'epoca cinquantenne, con la moglie Diana Mazzei, e i figli Pietro, Gennaro, Luigi, Arcangelo, Rosaria e Antonio, quest'ultimo sposato con una figlia di tre anni, abitavano a Santopoli presso una casa di don Pietro Catalano e possedevano i seguenti beni: una casa a Capo le Rose affittata a Paolo Termine, due tomolate di terra alle Pezze a due tomolate a Li Sciulli, entrambe con vigneti e alberi da frutta, e un somarello. Non possiamo escludere che il capostipite del secondo ceppo maggiore, Gaetano, sia anch'egli figlio di Giuseppe. Il suo nome non compare nel catasto onciario in quanto nato nel 1759 o 1760, quindi in data successiva al catasto onciario, tuttavia il nome Giuseppe dato all'ultimogenito potrebbe essere un indizio per un suo accorpamento all'albero principale.
 

I seguenti nomi compaiono nei registri di Ellis Island, il porto di New York:
Nomearrivoetànote
Arcangelo Tommaso190242 Ceppo 1 marito di Volpe M. Gaetana
Antonio Tommaso191222figlio di Arcangelo