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Questa pagina fa parte del sito "L'Ottocento dietro l'angolo"  (http://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/index.htm) di Paolo Chiaselotti

DALLA CRONISTORIA* DI SAN MARCO ARGENTANO
DI SALVATORE CRISTOFARO

"GIACOMO GRECO"

 

Il Cristofaro riferisce nella nella sua Cronistoria di San Marco Argentano che Giacomo Greco, incisore e "antica reliquia di masonismo e carbonarismo", dopo l'uccisione dei fratelli Bandiera pensò di coniare una medaglia commemorativa ...

" Al Greco in su l'avviso dei fratelli liberali, come da buon artefice d'intagli egli era, venne il pensiero sull'esempio degli Italiani esuli in Parigi, di coniare una medaglia commemorativa in onore dei Bandiera e consorti. All'uopo sottomano si fece una sottoscrizione che produsse una somma da poter fare un centinario di monete in argento. Si accinse al lavoro sopra un bel disegno, e dal pensiero della medaglia nacque l'altro di fare commemorazione dei bandiera e consorti e dei calabresi morti combattendo o passati per le armi nel conflitto infelice del marzo [1844]. A tale scopo, essendo che il motto d'ordine del Comitato della Giovine Italia era quello di poter solennizzare l'anniversario di qualche personaggio in fama d'illustre, come coll'intervento di Sammarchesi, si era fatto in Roggiano, festeggiando Gian Vincenzo Gravina, rogianese, si propagò che qui in S. Marco, si preparava una commemorazione dei SS. Martiri Argentanesi, sui quali, possedendo un dramma inedito d'ignoto autore sammarchese, dramma di cui ho parlato nella seconda parte di queste memorie, si sarebbe rappresentato sul teatro, che, come ho detto, era di già nel paese bello e fatto. Questo il pretesto, e così s'indisse riunione d'amici nello scopo di comunicarsi notizie, speranze, desiderii, dolori di svanite illusioni, d'intendersi in una meta comune.
S'invitarono all'uopo per quel giorno in S.Marco i Balsano e gli Alfano di Rogiano, Vincenzo Torano e F. Iacovini di Fagnano, Barci e Petti di Mongrassano, Giulio Maierà di Cerzeto, i fratelli Stamile da S.Giacomo, Marchianò e Rebecchi da Cervicati, Ciro Basile da Torano e Posteraro da Cavallerizzo, ed altri, di cui non ricordo il nome. Ma custodia di segreto e pretesto non valsero a celare la cosa all'occhio vigile della polizia, la quale, non so come, avuto sentore o sospetto di quel che volevasi fare, fu messa in su l'avviso. Si operarono nelle case di quelli, ch'erano in fama di liberali vessatorie diligenze domiciliari, e prima senza veruna suspicione nella casa del Greco, dove, non essendo compiuto il lavoro delle medaglie, forma, conio ed altro alla rinfusa, si ebbe a mala a pena il tempo di gettar tutto da una finestra, sporgente in un orto, onde andò tutto perduto. "

*Ristampa del 1932 a cura del nipote avv. Francesco Cristofaro


Note
Non sappiamo dove fosse nato Giacomo, il quale aveva un figlio, Bruno, nato a Cervicati nel 1812 e sposatosi a San Marco nel 1837 con Maria Rosaria Tarantino. Sul loro atto di matrimonio risulta che lo sposo era armiere (in seguito sarà anche usciere del comune e bottegaio) e il padre Giacomo incisore. Quest'ultimo all'epoca dei fatti abitava probabilmente con il figlio nel quartiere Piazza di Basso.
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Dal brano in questione risulta che esisteva a San Marco un teatro.

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A cura di Paolo Chiaselotti