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ENTRANDO A SAN MARCO ... NEL XVII SECOLO

SANTA MARIA, LOCO SANTO, MULINO
Rinviamo di poco ciò che abbiamo scoperto nella stampa di Cassiano de Silva, a conferma della sua attendibilità testimoniale, per continuare organicamente il nostro percorso intorno alla cattedrale.
Sotto di essa si vede un gruppo consistente di edifici, poco più in basso a sinistra due case isolate, unite tra loro, infine il fiume Fullone e un mulino sulla destra.
Santa Maria. Loco Santo, Mulino

Nel gruppo di case vi sono due edifici indicati con le lettere L ed M, rispettivamente Santa Maria de' Longobardi e San Lorenzo. La prima appare piuttosto come una casa con porta e due finestre superiori, appena visibile una croce, l'altra, sommariamente disegnata, appare come un corpo allungato quasi abbozzato con una cupoletta sovrastante. Questa seconda costruzione non esiste più e, con riferimento al nome, sappiamo solo che fino agli inizi dell'Ottocento esisteva un quartiere San Lorenzo vicino al vescovato.
Santa Maria dei Longobardi
A destra in basso due edifici isolati uniti per uno spigolo sono indicati con la lettera K e la legenda S. Maria de Loco Santo, all'apparenza di tratta di una chiesa e di un edificio a due piani. La chiesa del Loco Santo esiste tuttora, ed è posta lungo la dorsale che dal Vescovato scende al fiume Fullone. L'edificio che si vede nella stampa era un romitorio, com'è attestato da alcuni atti di morte di romiti o eremiti lì ospitati. Infine vi è il fiume Fullone e, al di là di esso, il mulino di mezzo, allora chiamato mulino della corte, che presenta due fornici da cui esce l'acqua, ancora oggi esistenti. Tutto quindi sembra corrispondere, sia come ubicazione relativa sia come sommaria raffigurazione degli edifici.
La chiesa di Santa Maria a quanto ci risulta è detta de' Longobardi solo nell'illustrazione del Pacichelli, poichè in altri documenti, come la Platea delle Clarisse del Seicento, si parla di Santa Maria dell'Elce o dell'Ilice e di Santa Maria la Nova. Al di là della differenti denominazioni e dello stato di abbandono in cui rimase la chiesa per molti anni, testimoniato in un'ode dell'Ottocento, ciò che ha attirato la nostra attenzione è la presenza accanto alla chiesa, di una poderosa torre cilindrica con beccatelli e coronamento aggettante.
Non possiamo dubitare della sua reale esistenza, non essendoci alcun motivo perchè il disegnatore si attardasse a riprodurre quei particolari costruttivi, per di più accanto ad un edificio che riteneva degno di menzione. Considerato che la chiesa, sia nella stampa che allo stato attuale si erge su uno spuntone di roccia affacciantesi sul sottostante vallone, e che essa è costeggiata sul lato sinistro da un'antica stradina, documentata come strada delle marine di ponente, che portava e porta al mulino e alla frazione San Lauro, possiamo ritenere che quella torre disegnata dall'illustratore fosse un presidio posto in prossimità di uno degli ingressi principali di San Marco.
In verità il gruppo di case, di cui la chiesa rappresenta l'ultima propagine, non è visibile dalla posizione in cui si trova l'osservatore in quanto le case sono al di là della Motta. Cassiano de Silva ha aggirato l'ostacolo e ha riprodotto sul davanti quanto da lui osservato dalla parte opposta. Lo stesso artificio, questa volta però rialzando letteralmente il piano altimetrico, gli consentirà di mostrare tutto il versante occidentale e meridionale del borgo più antico, nel quale ... (continua)