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Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti
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Il 7 dicembre 1824 fu celebrato il matrimonio di Gennaro Artusi, di anni 22, calzolaio, con Mazzei Maria Gaetana, di anni 17. Nell'atto di matrimonio sono indicati anche i genitori degli sposi, le professioni e il luogo di provenienza. Domenico, padre dello sposo, era anch'egli calzolaio, la madre Credidio Tommasina era nata a Ioggi rione di Santa Caterina. Il cognome originario doveva essere Artuso: così si firmava, infatti, Gennaro e con questo cognome furono registrati i primi nati.
Il cognome Artusi compare in vari atti del consiglio dell'epoca. In uno del 1856 Antonio Artusi, che aveva da poco compiuto i 19 anni, reclama ai fini dell'obbligo di leva l'avvenuta emancipazione a seguito di matrimonio e "...il consiglio, pertanto, lo dichiara unico relativo e non obbligato a marciare".
In un atto del 1863 Luigi Artusi assieme a Eduardo Cristofaro, Luigi de Pietro e Antonio Candela, è membro della Guardia nazionale.
Salvatore Cristofaro nella sua Cronistoria della città di San Marco Argentano, a pagina 14 del Capitolo II, riporta la seguente notizia: "dalla casa di Artusi partì un colpo di fucile contro alcuni Giacobini riuniti in piazza S.Giovanni" (oggi piazza Selvaggi) "intorno all'albero della libertà che lì era stato eretto."
Sull'origine geografica di questo ceppo non abbiamo trovato alcun documento che indichi una provenienza da altro Comune tranne per una Artusi Caterina nata il 1790 a Santa Maria la Castagna battezzata nella parrocchia di San Benedetto Ullano, e qui coniugata nel 1826, e per un Pietro Arturi di San Benedetto Ullano morto a San Marco in contrada Scarniglia nel 1836. Tuttavia il cognome nella forma "d'Artuso" compare fin dal 1601, con un Giovan Domenico, manipolo, retribuito per una giornata di lavoro dalla Congregazione dell'Immacolata Concezione
Sappiamo che Giuseppe Artusi (1861), figlio di Luigi e di Maria Teresa Andrioli emigrò in Argentina e qui, come attesta "Il Dizionario Biografico degli Emigrati al Plata" (1899, Barozzi, Baldissini & C.) aprì una fabbrica di calzature e un negozio.