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Questa pagina fa parte del sito   "L'Ottocento dietro l'angolo" di Paolo Chiaselotti

CONTRADE DI SAN MARCO NELL'OTTOCENTO
Acquafredda - Belvedere - Bonavita - Cappasanta - Catucci - Cerreto - Chiararia - Cimino - Colabello - Coppolillo - Cosimo - Cuponi - Fabbrica - Facicchio - Fichi Minutilli - Fiego - Follonara - Fraccicco - Ghiandaro - Iotta - Lombardo - Luogo Santo - Macchia - Macchie - Macchione - Maiolungo - Manca della castagna - Matina - Medichicchio - Molara - Monte Iotta - Mulino di mezzo - Orsomace - Pellara - Perizito - Petroni - Pezze - Pianette - Pietrabianca - Ponticello - Porcagresta - Prato - Ragapiedi - Richetto - Riniglio - Rupi - Santagata - San Nicola - Santa Venere - Santo Iorio - Santopoli - Santo Stefano - Scarniglia - Scatozza - Sciancarella - Sciulli - Serradaima - Serramaddamma - Solamo - Spizzirri - Testoli - Troncone - Valentoni - Valle Sala - Valle Vecchia - Vernicchio
 
La maggior parte delle contrade oggi presenti nel comune di San Marco Argentano erano presenti anche nell'Ottocento; alcune compaiono fin dai primi registri dello stato civile. Le contrade Acquicella, Cosimo, San Lorenzo, Trivolisi, Donna Porzia non esistono più. Di seguito sono elencate quelle dove furono registrate nascite e morti.
CONTRADA DESCRIZIONE FOTO
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ACQUAFREDDA Una piccola contrada poco distante dal centro urbano, confinante con Santo Stefano, San Francesco, Ponticello, Santa Venere. Vi sono registrazioni di nascite fin dal 1810. In un atto di morte del 1815 la contrada è scritta al plurale, Acque Fredde.
Era abitata da bracciali, foresi, contadini e pastori. Negli ultimi anni dell'Ottocento è registrata la presenza di un "mattonaro" e di un muratore.
Abbiamo le nascite avvenute nei primi e negli ultimi decenni del secolo diciannovesimo, comprese tre avvenute in località Santa Venere (Parisi, Micieli, Orsino). Ecco i cognomi: Ambrosio, Avolio, Bruno, Caparelli, Cipolla, Formoso, Guida, Lippo, Marzullo, Miceli, Muraca, Orsino, Parisi, Pedace, Petrasso, Presta, Scorzo, Staffa, Storino, Tunnis. Up
Acquafredda
BELVEDERE La contrada nasce negli anni Settanta dell'Ottocento, conseguente alla costruzione della cosiddetta strada militare Castrovillari Donnici, limitrofa a Bonavita e Santo Iorio.
Vi abitavano bracciali e contadini.
Trascriviamo i cognomi di nati registrati negli ultimi decenni dell'Ottocento:
Allegretti, Gaudio, Nardi, Tripicchio. Up
Belvedere
BONAVITA La contrada (in taluni casi chiamata "Santo Sosti" dal nome della famiglia Sansosti) è limitrofa con Ragapiedi, Falcicchia, Belvedere.
Vi abitarono bracciali e contadini. Eccone alcuni: Allegretto, Avolio, Bianco, Bova, Brusco, Cairo, Caparelli, Corvo, Chianelli, Cristofalo, De Seta, Ferraro, Giovane, Occhiuzzi, Palermo, Paletta, Petrasso, Porto, Rimedio, Rocco, Sagula, Salerno, Sandonato, Spagnuolo, Trombino, Zaccaro. Non è escluso che in alcune registrazioni al posto del nome di questa contrada sia stato scritto quello di qualche contrada limitrofa. Up
Bonavita
CAPPASANTA La contrada è prossima alle contrade Pezze, Macchione, Bonavita, Ragapiedi, Falcicchia, Belvedere, Rinigli e al fiume Fullone. Spesso è indicata con la denominazione di Macchione, Pezze, Bonavita, o Varco Bufalo.
Vi abitarono poche famiglie (ne citiamo alcune: Mollo, Mele di San Benedetto Ullano, Ferraro, Quintieri). Il nome della contrada fa pensare alla conchiglia di San Giacomo, usata dal santo per contenere l'acqua per le benedizioni e dai pellegrini quale recipiente per bere.
Up

CATUCCI - CATUCCIO È una piccola contrada, a monte del paese, il nome della quale troviamo registrato per la prima volta in una delibera del decurionato del 2 maggio 1819 riguardante la scelta del sito per il camposanto. "... Don Carlo Amodei ... reclama non piantarsi il Camposanto nel suo fondo denominato Salato ... se sia secondo il prescritto nel Regal Decreto d' 11 Marzo 1817 ... fatte delle maggiori ricerche ... si crede proprio [idoneo] il sito detto il Piano del Palmentello in Catuccio appartenente al patrimonio regolare, proveniente dal soppresso monastero dei P.P. Paolotti di Sammarco, distante dall'abitato un quarto di miglio circa."
In un'altra deliberazione del consiglio del 1861, avente per oggetto "Fontana di San Francesco", viene individuata l'ubicazione di una fontana "nel punto in cui si dice castagne di S.Francesco o Catucci" (era la fontana poi chiamata della Sveglia o dei Comunisti, distrutta negli anni Ottanta del Novecento). Il fondo Catucci, infatti, è ed era ricco di acque come testimoniano due deliberazioni consiliari. Nella prima del 1862 si legge che "essendo terminate le somme ... della Fonte Santo Marco .... trovandosi opportunamente sopra il luogo il machinista Antonio Ruffolo ... [l'Amministrazione] à opinato ...necessari altri ducati quattrocento quarantotto .... [con cui] si terminerebbe non solo l'acquidotto ma benanche la vasca per condizionare la sorgiva." L'altra del 1863 riguarda i lavori di captazione di "... acqua proveniente da Catucci da immettersi nello acquedotto della fontana Santo Marco". Ancora nel 1869 il consiglio comunale delibera su una richiesta del signor Vincenzo Perrotta "diretta ad ottenere provvisoriamente l'uso dell'acque della contrada Catucci che dimezzando il suo fondo vanno a deporsi nella pubblica strada ... [offrendo] lire 4,50 annue con l'obbligo di rilascio ogni e quante volte fosse bisognevole al Comune ..." Concludiamo con una delibera del 1875 con la quale alla signora Teresa Iacovino vedova di Vincenzo Talarico, proprietaria del fondo Catucci sovrastante l'acquedotto, vengono addebitati danni alla fontana di Santo Marco per una "piantagione illegalmente eseguita sulla superficie dell'acquidotto e con l'apertura di un fosso adiacente alla fontana istessa ... per una nuova fontana."
La prima nascita nella contrada risale al 1819 e riguarda un infante abbandonato, registrato con il cognome Catucci. Sappiamo che vi abitarono famiglie provenienti da altri comuni: Biondo di Belvedere, Citino di Rogliano, Serravalle e Rizzuto di Mangone, Lauro di Luzzi, e le seguenti famiglie: Antonucci-Zumpano, Corvo-Avolio, Martucci-Caruso, Langella-Aita, Merano-Occhiuzzi, Raimondi Cuscino. Up
Catucci
 
Catucci
     CERRETO   (vedi Petroni)
CHIARADEA O CHIARARIA Il nome della contrada fu scritto nei registri dello stato civile in entrambe le forme, compresa anche una forma Chiaradia, che si accostano tutte per significato al nome della località Matina con la quale confina.
Era abitata fin dai primi anni dell'Ottocento da "bracciali" e contadini. Non è escluso che persone nate in una delle contrade limitrofe (Pietra Bianca e Riniglio) siano state registrate come nate in questa contrada e viceversa.
Ecco i cognomi di alcune famiglie che vi ebbero domicilio: Aloise, Capizzano, Esposito, Iannoccaro, Loffredo, Miniaci (già Veniace), Mollo, Occhiuzzi, Pucci, Rossini, Sollazzo, Terranova, Tripicchio, Trotta, Verta. Up
Chiaradea o Chiararia
CIMINO, FABBRICA, SERRADAIMA Abbiamo messo assieme queste tre contrade limitrofe visto che in esse abbiamo in tutto l'Ottocento pochissime nascite. In località Serradaima (probabilmente Serra D'Ajina -da avena- oggi detta impropriamente Serra D'Asino) le nascite sono registrate ad iniziare dalla seconda metà del secolo, segno che prima non era ancora abitata, Cimino compare negli ultimi decenni con sole tre nascite, mentre in contrada Fabbrica o Fabblica già nel 1830 abbiamo trovato una registrazione (Basile Maria Teresa di Innocenzo).
Tutte e tre le contrade sono citate come demani non ancora divisi in una delibera del 1819, alla quale rimandiamo il lettore per maggiori particolari. Ecco alcuni cognomi che compaiono in dette località: Basile, Belmonte (Cimino), Crivella, [De] Giacomo, Gualano, Martino (Cimino), Mazzei, Napoli, Porcella, Russo, Sagula, Servidio. Up
Cimino
COLABELLO Il nome di questa contrada compare soprattutto nella seconda metà dell'Ottocento, ma la prima registrazione di nascita risale al 1828. Non è citata nelle deliberazioni di decurionato o di consiglio. Nella Platea del Monastero di Santa Chiara compare il nome di un proprietario, Cola Bello, da cui probabilmente deriva il nome di questa contrada.
Riportiamo alcune famiglie che dagli atti di nascita risultano domiciliate in questa campagna:
Aloia, Aloise, Branca, Bruno, Canonaco, Iannuzzi, Maritato, Mollo, Orsino, Perrone, Sagula, Ziccarelli. Up
Colabello
COPPOLILLA O
COPPOLILLO
La contrada, limitrofa a Iotta, Monte, S.Andrea e Pezze, compare tra i demani ecclesiastici indivisi, estesa tomolate quaranta, con il nome di Coppolilla o Pezza Roncata. Quest'ultimo aggettivo ci dice che era coperta di rovi (forse a quel tempo comprendeva anche Spinetto); nella stessa delibera, è definita quasi interamente boscosa. In effetti non fu abitata se non nella seconda metà dell'Ottocento, come risulta dalle registrazioni delle nascite di cui riportiamo i cognomi che più frequentemente ricorrono:
Ambrosio, Arciuolo, Carnevale, Colonnese, Mazzei, Palermo, Sagula, Sandonato, Santillo, Siciliano, Sperlongo, Stella, Stumpo, Zaccaro, Zarrello, Zavatto. Up
Coppolillo o Pezza roncata
COSIMO Oggi inesistente, era chiamata anche Acqua di Cosimo, come attestato nei Registri delle entrate del Monastero di Santa Chiara (XVII secolo). Si estendeva da sotto il Vescovado fino al fiume. Vi furono registrate alcune nascite e morti nei primi anni dell'Ottocento. Vi abitarono le famiglie Caruso, Ferrante, Galetto (di Bonifati), Leporino (di Cetraro), Rio, Sammarco, Famulo, Loffredo Up Cosimo o Acqua di Cosimo
CUPONI o
LI CUPONI
Contrada poco distante dal centro urbano e abbastanza estesa. Fu abitata fin dai primi anni dell'Ottocento sempre e solo da "bracciali", contadini e zappatori. In un atto di nascita (Mezzacozza) una nota informa che essa è avvenuta "nelli Cuponi del Signor Don Ignazio Fazzari".
Vi abitavano poche famiglie. Eccone alcuni cognomi: Addario, Allegretti, Arciuolo, Bianco, Ciancio, Cristofalo, Dardis, De Tommaso, Domanico, Grosso, Guarnieri, Lombardo, Marinaro, Occhiuzzo, Paletta, Petrassi, Rocco, Ruggiero, Rummolo, Siciliano, Tripicchio, Zavatto. Up
Cuponi
FACICCHIA
FACICCHIO
FALCICCHIA
FALCICCHIO
Il nome della contrada, inizialmente scritto Falcicchia e negli ultimi anni dell'Ottocento Facicchio, trae origine dal nome di un possessore (Pezze di Faucicchia, Platea della Clarisse, 1632) e compare fin dal 1810 nei registri di morte. È prossima alle contrade Pezze, Cappasanta, Bonavita e Sciancarella, e ad altra denominata Donna Porzia oggi non più esistente. Probabilmente Faucicchia era il nome o il soprannome di un proprietario come si evince dalla Platea delle Clarisse (luogo detto Le Pezze che fu di Faucicchia ). Uno dei primi nuclei che vi abitò fu certamente la famiglia Aiello della quale troviamo varie registrazioni di nascita e di morte.
Tutti svolgevano attività agricole. Questi i cognomi di alcune famiglie che dimorarono in questa contrada:
Allegretto, Bianco, Brindisi, De Biase, Di Fino, Falbo, Ferrante, Ferro, Fiorillo, Gallo, Grosso, Guaglianone, Iannuzzi,Lisi, Matta, Mazziotto, Nardi, Pasquale, Porco, Porto, Pugliese, Raimondo, Reggente, Rimedio, Seta, Spagnuolo, Storino, Venci, Vivona. Up
Falcicchia
FICHI MINUTILLI
FICHIMINUTILLI
Con questo strano nome che indica una qualità di fichi molto piccoli è chiamata una contrada compresa tra Ragapiedi e Sciulli. Fu abitata fin dal 1809, e presumibilmente anche prima, da "bracciali" e contadini.
La contrada è citata per la prima volta in una deliberazione del 1874 riguardante la causa intentata da Campagna Luigi, Gaetano, Vincenzo Campagna ed altri per la "vertenza delle strade denominate Fichiminutilli e l'altra che da S.Marco mena a Roggiano Gravina".
Questi i cognomi di famiglie che vi dimorarono:
Baffi, Bianco, De Rosa, Domanico, Greco, Grosso, Iozzo, Laise, Martino, Mazzia, Naccarato, Novello, Occhiuzzo, Pastore, Rimedio, Rocco, Santoro, Staffa, Venturo. Up
Fichi Minutilli
FEUDO O FIEGO

 
Il nome della contrada compare per la prima volta in un atto di morte del 1811: il defunto è un bambino di sei mesi figlio di Nicola Nisi (in seguito Lisi) e di Giulia Ferrante morto nella "contrada di campagna detta il Feudo". Dopo circa venti anni iniziano registrazioni costanti di nascite e di morti avvenute nella contrada Feudo o "Fiego". Nel 1856 assieme alle contrade Corso, Serradaima, Iotta, Fiumara Vecchia, Timpone del Vescovo o Spadelle, Pezze di San Lauro, Santa Gata o Pianette, una contrada Fiego, o Corso di S.Lorenzo, faceva parte dei fondi ancora promiscui assegnati provvisoriamente al Comune. Da una lettura di alcune deliberazioni desumiamo che quest'ultimo non era quello che ancora oggi viene chiamato Fiego o Feudo, posto sulla collina a sinistra del torrente Fullone tra le contrade Rinigli e Molara.
In base ai registri di nascita e di morte sappiamo che nella suddetta contrada dimorarono le seguenti famiglie:
Albi, Barci, Bardelli, Bianco, Bruno, Carnevale, Cataldo, Catauro, Ciardullo, Cristiano, De Carlo, De Cesare, Delia o Di Lio, Ferraiuolo, Fico, Gabriele, Garaglio, Grollo, Gullo, Lanzillotti, Lento, Martino, Mendicino, Miniaci, Nencioni, Nisi [Lisi], Palma, Panza, Perrone, Perrotta, Petrassi, Pugliese, Sarpa, Sbarra, Scannavino, Sciammarelli, Segreto, Serpa, Serra, Spadafora, Zavatto. Up
Fiego
     FOLLONARA   (vedi Petroni)
FRACCICCO La contrada, che compare fin dai primi atti decurionali, deve il suo nome ad un cavaliere gerosolimitano dell'ordine di Malta vissuto nella prima metà del Seicento, Fra[ter] [Fran]ciscus Majorana (citato da Salvatore Cristofaro e Von Lobstein). La sua famiglia ebbe in feudo il fondo denominato Acqua del Sanguine ("Il feudo dell'acqua dell'Ongione (?) vurgarm.te chiamato delli Maiorana ..." in 'Settecento Calabrese' di Von_Lobstein, Tomo2, pag.441).
Che si tratti dello stesso fondo è detto in una deliberazione del 28 marzo 1858 ".... che il fondo Fraccicco sia quello stesso denominato Acqua del Sanguine ...". In una precedente deliberazione del Decurionato risalente all'anno 1823 sono definiti estensione, tipo di coltivazione, fittavolo e rendita: "Fraccicco ... moggiate centonovantacinque, cioè moggiate quindici di querceto di prima classe, moggiate centoquaranta di seminatorio irrigabile di prima classe, e moggiate dieci di pascolo a secco di prima classe ... fittajuolo D. Giuseppe Candela per l'annuo estaglio di ducati duecentosessantuno ...".
La contrada non fu abitata per tutto l'Ottocento, o almeno non abbiamo trovato alcuna nascita registrata da genitori abitanti in detta località tranne due avvenute negli ultimi anni del secolo: De Maria e Cilurso (o Citurso). Up
Fraccicco  
GHIANDAIO - GHIANDARO Il nome della contrada nei primi atti ad iniziare dal 1811 era scritto Lo Ghiandaio, poi Ghiandaro. Agli inizi del secolo era scarsamente popolata e solo in alcune deliberazioni del 1870 se ne parla con riferimento alla strada che partendo da San Marco si doveva congiungere alla consolare. Le prime famiglie che vi abitarono furono Addario, Cesario, Chimento, Crivaro, Dardis, Di Napoli, Giglio, Lento, Perrotta, Spagnuolo e successivamente Bianco, Borrelli, Branca, Bruno, Carnevale, Credidio, D'Ambrosio, Fasano, Giovane, Gullo, Grosso, Iapichino, Iannuzzi, Laino, Martino, Mazziotta, Occhiuzzo, Orlando, Petrassi/Petrasso, Reda, Rocchetto, Rossano, Sagula, Salerno, Sesso, Spaccarotella, Termine, Tundis/Tunnis, Vozzo, comprese quelle registrate in contrada Destre e Cacce. Non è escluso, comunque, che alcune famiglie vi dimorarono solo per brevi periodi coincidenti con i lavori stagionali. Up Ghiandaro
IOTTA E MONTE IOTTA Nel 1819 i nomi delle due contrade, limitrofe, compaiono nell'atto di verifica dei demani promiscui non ancora divisi e in particolare troviamo scritto: "Iotta del Vescovo dell'estensione di tomolate sessantaquattro, Monte dell'estensione di tomolate duecentottanta appartenente al signor Don Luigi Valentoni, Iotta (dello stesso Valentoni) di tomolate settanta; tutti soggetti agli usi civici. Nel 1856 gli stessi territori facevano parte dei fondi ancora promiscui assegnati provvisoriamente al Comune.
Nella contrada Monte Iotta non abbiamo trovato alcuna registrazione di nascite, segno che esse venivano registrate sempre come avvenute in località Iotta. In ogni caso, possiamo affermare che prima della seconda metà dell'Ottocento non troviamo alcun accenno di dette contrade negli archivi dello stato civile. Questi i cognomi che furono registrati ad iniziare dall'epoca suddetta: Ambrosio, Bianco, Bruno, Cipolla, Crivella, Esposito, Gallo, Gualano, Intrieri, Martellotta, Mazzei, Onorato, Petrasso, Picarelli, Porto, Potente, Russo, Spaccarotella, Sperlongo o Sperlungo, Stummo, Turano, Vizza, Vuoto, Zarrelli, Zavatto. Up
Iotta
LOMBARDO Essa è citata sia nei primi registri dello stato civile che in pochi atti consiliari, ad iniziare dal 1861, riguardanti l'assegnazione in enfiteusi perpetua di quote demaniali a Luigi Sarpi.
La contrada fu scarsamente abitata. La prima registrazione di una nascita fu fatta il 1° gennaio del 1815; i genitori erano Ferdinando Domanico e Anna Felice Dardis. Negli anni successivi vi troviamo Nunziato Guarnieri e la moglie Caterina Credidio, Francescantonio Servidio, Gennaro Paletta e Carmela Pacello, Francesco Mariano e Delfina Amoroso e le famiglie Raimondi-Arnone e Mantovano-Raddi. Nel 1898 vi nacque Placido Bruno. Nell'atto di morte di Pietro Guarnieri del 1837 è scritto che egli morì "nella casa di sua abitazione in contrada Lombardo del signor Michele Valentoni". Up
 
LUOGO SANTO In questa contrada è documentata la presenza nel 1818 di Fortunata Altimari, figlia di Simone e di Anna Spadafora, nata a Rogliano. Nel 1819 vi è registrata la morte di Caterina Mazzei, di anni 60, moglie di Giovanni Chimenti e nel 1827 la nascita di Vincenzo Fedele figlio di Vincenzo e di Anna Maria Tiesi. La notizia più interessante su tale contrada la ricaviamo dall'atto di morte di Francesco Russo di anni cinquanta, di Ioggi, che morì la notte del 18 luglio 1832 nella "Casa del Romito di Luogo Santo".
Nella seconda metà abitarono in questa contrada Iannuzzi Domenico fu Carmine, Pietro Ruggiero e Vincenzo Allegretto, come risulta dalle registrazioni di nascita dei loro figli.
Vi sorge una chiesa dedicata ai Martiri Argentanesi (Dominata e i suoi figli Senatore, Cassiodoro, Viatore), nel Seicento detta Santa Maria del Loco Santo. Up
Luogo Santo
MACCHIA - MACCHIE
(Antico quartiere Trivolisi?)
vedi anche Molino
Il nome fu usato con specificazioni diverse: Macchia, Macchie, Macchione, Macchia delle Monache, Macchia del Vescovo. Non sappiamo se esse si riferissero alla stessa località, ma abbiamo verificato che in alcuni casi Macchia coincide con la contrada Macchie del Molino. Vi è una annotazione interessante che riguarda la contrada Macchia: il luogo del decesso avvenuto il 31 gennaio 1829 di un tale Pietro Siciliano è indicato con il nome di contrada TRIVOLISI. Da altri atti risulta che egli abitava in contrada Macchia. Padre Francesco Russo nella pubblicazione "I Santi Martiri Argentanesi", 1952, tip.S.Nilo Grottaferrata, pag.18, fa riferimento ad un Manoscritto di Domenico Martire, "Calabria Sacra e Profana", conservato nell'Archivio di Stato di Cosenza, in cui è citato il quartiere Trivolosi vicino al fiume Fullone come sito originario dell'antica San Marco.
Adolfo La Valle nel libro Su la Torre di San Marco Argentano, Cosenza, Tip. La Brezia, 1905, afferma che il nome deriva da una colonia romana abitata da Tiburtini o Tivolesi e individua nella Motta e nel Ventuliaturu i confini a monte. Presso Tivoli esiste un sito archeologico detto Trebula. Oltre, o a conferma di tale origine, con il termine Tivolesi vengono chiamati a quei particolari laterizi romani di forma allungata presenti nelle volte della nostra cripta e in un reperto pavimentale di villa rurale. In tal caso l'ipotesi avanzata dal La Valle potrebbe riferirsi ad un toponimo di origine manufatturiera, anche tenendo conto che vari indizi geologici e toponomastici confermano la presenza di estese aree cretose e di luoghi di lavorazione.
Nella Platea del Monastero di Santa Chiara del 1632 il luogo detto Trivolisi è all'interno delle mura cittadine.
Nella poesia di Ciardullo "Jennaru" c'è una parola che ricorda questa contrada (... E te sienti mpannare/ l'uocchi de cuntentizza, e li pensieri/ trivulusi spariscianu a ruvina/ cumu le neglie si lu vientu mina!) che nel dialetto calabrese significa tribolanti, paurosi, piagnucolosi (De Accatatis - Diz. Dialetto calabrese), dall'etimo latino tribulus o tribulum. Un termine usato per indicare spine ricorre in una poesia di Suor Clarice Selvaggi: " E poiché triboli/ V'erano e felci/ Maria dell'elci/ La intitolò. " (Antologia Selvaggi). Né possiamo escludere un legame con l'etimo latino tribulis, tribulis, individuo di una tribù. Non abbiamo né la competenza, né la presunzione di trarre conclusioni sull'origine di un tal nome, che comunque rimane interessante, oltre che per il riferimento di Domenico Martire all'antico sito di San Marco, per la presenza sul posto di un antico mulino.
Un'ultima informazione: dal manoscritto sopracitato di Domenico Martire risulta che il pittore Pietro Negroni (1505-1567?) nacque a San Marco in questo quartiere.
In queste località è documentata la presenza delle seguenti famiglie: Aloise, Caputo, Cariati, Caruso, Fedele o Vidiri, Frassetti, Parise, Petrasso, Piraino, Rimedio, Rogliano, Siciliano, Trombieri, alcune delle quali troviamo registrate anche a Macchie del Molino. Up
Macchia - Macchie
MAIOLUNGO

VERNICCHIO
Fino al 1873 non abbiamo trovato alcuna nascita, ma solo la registrazione di cinque decessi ad iniziare dal 1822, anno in cui fu registrata la morte di Benedetto Martucci, un "bracciale" di cinquantacinque anni, nato a Bonifati, sposato con Costanza Zingone. In anni successivi morirono altri tre giovani componenti della stessa famiglia, quindi un pastore e un bracciale. La contrada doveva essere quasi disabitata.
Le prime registrazioni di nascite ad iniziare dal 1873 riguardano genitori provenienti da altri comuni, come dimostrano cognomi e professioni: Brusasco, ferraio, Cerruti, ingegnere, Scala, barbiere, Depalù, muratore ecc. Sono tutte persone che lavoravano alla costruzione del tronco ferroviario Maiolungo-Vernicchio. Iniziarono a sorgere in quegli anni i primi insediamenti e i conseguenti servizi, come è testimoniato dalla presenza di una bettola gestita da Michele Marchianò nato a San Marco, ma originario di Cervicati. Da questo comune limitrofo, infatti, si trasferirono nel tempo alcune famiglie, sia perchè impegnate nei lavori di costruzione e sia nella conduzione di fondi rustici, anche demaniali, le cui quote erano state assegnate fin dal 1860. La contrada compare in varie deliberazioni consiliari per i motivi anzidetti e per le controversie legate al tracciato ferroviario.
Varie persone morirono a causa di incidenti sul lavoro o per la malaria; nella maggior parte erano operai della Banca di Costruzione di Milano e dell'impresa Ottavi e Compagni delle ferrovie di Maiolungo. Nella zona fu costruito anche un Ospedale, certamente ubicato nel luogo attualmente chiamato Serra dell'Ospedale, il cui contabile provvedeva a comunicare i decessi al Comune.
Per quanto riguarda i decessi rinviamo il lettore alla pagina sull'argomento; di seguito trascriviamo i cognomi delle coppie che ebbero figli nati in questa contrada:
Alessandrelli-Tatucci, Amato-Scaramuzzo, Amato-De Bernardis, Aprile-Salerno, Arnone-Datri, Avico-Primz, Bertini, Bruno-Iaquinto, Brusasco-Coppela, Brusco-Filippelli, Capristo-Gallucci, Casalnuovo, Cavallo-Bottino, Celebre-Dodaro, Cerruti-Catrano, Coppolilla-Cappellano, Coppolillo-Intrieri, Crispolti, Depalù, Formoso-Presta, Fusillo-De Battista, Guaglianone-Bianco, Guarnieri-Cesario, Intrieri-Clausi, La Barbera-Toscano, Lanzillotta-Rebecchi, Lucente-Amato, Lucente-Reale, Malena-Credidio, Maltese-Lo Feudo, Mancuso-Oliverio, Marchianò-Intrieri, Marrello-Sesso, Martese-Lo,Feudo, Melazzo-De Matteo, Occhiuzzi-Adimari, Pasquale-Milano, Perrotta-Zuccarelli, Quercia-Guaglianone, Ranese-De Cola, Rebecchi-Santelli, Ricca-Ricca, Rimedio-De Napoli, Rocchetto-Rebecchi, Rocchetto-Gordano, Rummolo-Rummolo, Scala, Stella-Aita, Stramentinoli-Candrea, Stramentinoli-Perfetti, Talarico-Greco, Varlaro-Catalano.
Due sole nascite furono registrate in località Vernicchio: Dante Mistrangelo figlio di Luigi, muratore nato a Milano, e di Concetta Mergola, e Francesco Vittorio Paila di Domenico, nativo di Girifalco, e di Caterina di Paolo.
Come si può notare si tratta nella maggior parte di cognomi originari di altri comuni. Fu l'inizio di quella grande trasformazione economica che ancora oggi vede in quell'area alcuni dei fattori più dinamici dell'economia locale. Up
Maiolungo
 
MANCA DELLA CASTAGNA Il nome di questa contrada compare nei registri dello stato civile nella seconda metà dell'Ottocento, segno che prima di quegli anni detta località non era abitata. In alcune deliberazioni del 1865 e 1867 sono citate operazioni di quotizzazione riguardanti questo territorio, che confinava con le contrade Spinetto, Manca dei Preti e Serramaddamma.
In una deliberazione del 1873 leggiamo che "... Nel dì ventidue corrente mese avrà luogo la vendita giudiziaria ... a danno del Contabile Perri [Gaetano] del fondo Manca della Castagna pel prezzo di L.2601.60 .... il Consiglio ... autorizza il Sindaco a concorrere all'asta fino alla concorrenza del credito del Comune ... [che] ascende a L. 9305,85 .. " e da un'altra del 1878, riguardante la richiesta di Gaetano Perri di restituzione della fondiaria sul demanio Manca della Castagna ammontante a lire 700 circa, apprendiamo che il consiglio autorizzò il Sindaco a sostenere il giudizio di opposizione prodotto dal Perri. Ne scaturì un contenzioso che si protrasse per molti anni.
Vi troviamo registrate le seguenti famiglie: Apollaro, Blasi, Carnevale, Carrozzino, Caruso, Chimenti, Clausi, Di Cianni, Domanico, Esposito, Fedele, Ferrante, Fiorito, Gallo, Guida, Grosso, Langella, Lombardo, Mazzei, Mollo, Occhiuzzi, Parise, Pepe, Petrassi, Potente, Rocco, Russo, Santoro, Sbarra, Serra, Sesso, Siciliano, Sinopoli, Tramontana. Up
Manca della Castagna
MATINA O MATTINA Il nome della contrada fu scritto nella maggior parte dei casi nella forma Matina, la stessa che compare anche negli atti deliberativi. La registrazione della località inizia dal 1823 sia negli atti decurionali che nei registri dello stato civile. La contrada è unita a quelle di Chiaradea o Chiararia, Pietrabianca, Pezze e Coppolillo. Nei registri dello stato civile furono registrate nascite da genitori "bracciali", contadini, fattori, mugnai, "vaticali" (vetturali) e anche di membri della famiglia Valentoni, proprietaria dell'omonima villa rustica già abbazia basiliana, benedettina e cistercense.
In questa località nel 1823 fu trasferita la fiera della Conicella, uno dei più importanti mercati di bestiame dell'Ottocento.
Trascriviamo i cognomi di alcune famiglie che vi ebbero domicilio: Amatuzzi, Barci, Bufano, Carelli, Libonati, Maierà, Martino, Martucci, Metallo, Micieli, Piraino, Roberti, Valentoni, Vitari. Up
Matina o Mattina
MEDICHICCHIO Piccola contrada limitrofa a Bonavita e Ragapiedi. Il nome deriva dal dispregiativo della voce dialettale "miedicu" (Dizionario del dialetto calabrese di Luigi Accattatis, 1865). In un atto di morte del 1820 il luogo è chiamato "il Medico". In una deliberazione del 1870 (n.5) riguardante il progetto stradale redatto dall'ingegner Albino Rebecchi si fa riferimento a detto luogo: "la strada dovrebbe partire dal ponte del così detto Medichicchio transitando per la contrada Testoli, Spinetto, Ghiandaro e Valle e congiungersi alla consolare"
Fu abitata fin dai primi anni dell'Ottocento sempre e solo da "bracciali", contadini e zappatori. Riportiamo i nomi di alcune famiglie: Bartelli, Bianco, Catavero, Chimento, Cristofalo, Cuponi, Domanico, Esposito, Greco, Mazziotta, Trombino, Ventura.
Alcuni nuclei familiari compaiono in località adiacenti a questa: è possibile che fossero usati nomi diversi per indicare la stessa contrada. Up
Medichicchio
MOLARA
SANTA GÁTA
Il nome deriva probabilmente dalla strada che conduce alla montagna della Mula. Il nome del fondo Molara è accostato in varie deliberazioni a quello del fondo Santagáta con cui formava unico demanio. Nel 1863 viene annullata la concessione in enfiteusi a Giacomo Campolongo per 15 ducati, perché nella licitazione erano stati esclusi altri naturali dei paesi vicini. L'anno successivo Agostino Giglio di Fagnano offrirà per enfiteusi dei citati fondi un canone annuo di lire 136 [corrispondenti a 32 ducati]. In seguito furono oggetto di vertenza giudiziaria con un erede di Filippo Fera, quindi vi fu un tentativo di assegnazione in enfiteusi perpetua a Giuseppe Valentoni con un canone annuo di Lire 130 alla quale si oppose Giacomo Campolongo con la motivazione che "il Consiglio di Stato e la Gran Corte dei Conti stabilirono inalienabilità di tali fondi". Nel 1877 è tra i fondi "sterili" ed in fitto al signor Giuseppe Valentoni allo scopo di "popolarli di ulivi, querce e altri alberi" sono assegnati a quattro cittadini scelti "tra i più meritevoli congedati". L'anno successivo i fondi Santa Agata e Molara "ciascuno esteso sette moggi" saranno quotizzati. Sorgeranno problemi per una presunta usurpazione del fondo Molara da parte dell'affittuario Agostino Giglio. Nel 1875 una deliberazione attesta che dai demani comunali di Cerreto e S.ta Agata e Molara "non si percepisce reddito alcuno da parecchi anni, perché non si è adempiuto alle prescritte Leggi Demaniali".
Alla "Mulara" furono registrate nascite e morti di poche famiglie. La prima nascita è documentata nel 1813. Vi abitarono le seguenti coppie: Bianco Solillo-Matta, De Cesare-Spizzirri, Fiorillo-Termine, Iannuzzi-Contino, Lanzillotta-Termine, Lo Vecchio-Piraino, Mazzei-Crivelli, Migliano-Visco, Migliano-Ciancio, Paletta-Di Cianni. Up
Molara  
MOLINO
vedi anche
Macchia - Macchie
Chiamata Molino, Macchia del Molino, e in rari casi Molino di Mezzo, per la presenza di due antichi mulini, è una piccola contrada citata già nei primi registri dello stato civile del 1810. Le poche famiglie che vi furono registrate erano legate alla conduzione del fondo Sacchini-La Regina-eredi Fazzari. Nella contrada erano inclusi i suoli denominati Spanditoio e Abbeveratoio del molino (vedi deliberazione n.173 del 1865), i cui nomi indicavano chiaramente il fine pubblico dei siti adiacenti al torrente Fullone (l'etimo latino del nome del torrente conferma l'uso di lavarvi i panni). La contrada era limitrofa al fondo Troncone di proprietà dei signori Fazzari. Originariamente i mulini appartenevano alla Corte Ducale, come risulta dalla Platea di Santa Chiara del 1632.
Troviamo registrati i seguenti cognomi:
Caputo, Esposito, Forlano, Frassetta, Martucci, Mosciaro, Perro, Petrungolo, Stamato, Trombieri. Sappiamo che lavorarono come mugnai in quel mulino Antonio Vivona e Vincenzo De Rosa, i quali nel 1850 dichiararono la morte, avvenuta in quel luogo, di Giacinto Perro, fattore, nato a Cassano. Sappiamo anche il nome di un terzo mugnaio in servizio nel 1886, anno di nascita del figlio Enrico. Si chiamava Salvatore Esposito ed era sposato con Maria Lucia Dardis. Up
Mulino di mezzo  
ORSOMACE È una contrada a ridosso della montagna che sovrasta le vallate del Follone e del Malosa; confina con San Nicola, Troncone e Bocito. In un caso fu scritta nella forma Usumace, dalla voce dialettale Ursumace. Era abitata prevalentemente fin dai primissimi anni dell'Ottocento da pastori, custodi di animali, contadini e bracciali. Trascriviamo alcuni cognomi che compaiono nei registri dello stato civile:
Addario, Aita, Bruno, Carnevale, Ciardullo, Corvo, Coscarelli, D'Ambrosio, De Simone, Ferrante, Garaglio, Gaudio, Greco, Grosso, Gullo, Li Serra, Lombardi, Mazzei, Metallo, Novello, Mollo, Naccarato, Occhiuzzi, Pagliaro, Paletta, Pepe, Perrone, Petrassi, Reda, Sagula, Sansone, Sgrignieri, Storino, Tuoto, venezia, Vigna. Up
Orsomace
PELLARA Nei primi atti di nascita e di morte, dal 1810 al 1812, troviamo scritto Le Pellara, in seguito sempre Pellara e in pochi casi Pellari. È una contrada fortemente scoscesa, come le altre limitrofe denominate Rupi e Sciulli. Fu abitata per tutto l'Ottocento da vari nuclei familiari di contadini e "bracciali". In nessuna deliberazione si fa cenno a tale contrada, segno che essa non era demaniale.
Il nome deriva probabilmente dall'attività di conciatura delle pelli che veniva svolta lontano dall'abitato per evitare i cattivi odori della lavorazione.
Nella Platea delle Clarisse del 1632 si fa cenno ai ruderi di una chiesa di San Martino presenti in detta contrada. La testimonianza è importante perché il santo era particolarmente caro ai cavalieri gerosolimitani, i quali avevavo a San Marco una loro sede presso la chiesa di San Giovanni degli Amalfitani. La chiesa di San Martino si trovava lungo la cosiddetta strada consolare che attraversando il paese, raggiungeva il territorio a valle passando per Pellara e Valentoni. In un diploma diploma del 1137 dell'Imperatore Lotario III di Supplimburgo risulta che la chiesa di San Martino "in castro Sancti Marci", assieme ad altre chiese di Tropea, Cosenza, Tarsia ecc. appartenevano all'abazia di Montecassino (http://www.tropeamagazine.it/santanastasia/)
Questi i cognomi che abbiamo desunto dai registri dello stato civile:
Aloja, Antonucci, Aquino, Arnone, Baffa, Barbieri, Bianco, Branca, Brindisi, Bufanio, Caravona, Carnevale, Caruso, Castagnaro, Castiglia, Cipolla, Cosentino, Cristofaro, De Gennaro, De Rosa, De Simone, Di Giacomo, Domanico, Esposito, Ferraro, Genuese, Giovazzino (alias Brigante), Greco, Grosso, Laise, Lauria, Liparoti, Lombardi, Lombardo, Marinaro, Martorelli, Mollo, Orsomarso, Palermo, Paletta, Petrassi, Petrasso, Porco, Puoci, Raimondi, Rimedio, Roberto, Roberti, Ruggiero, Sandonato, Salerno, Santillo, Spaccarotella, Stella, Storino, Tramontana, Tripicchio.
Pellara
PERIZITO
PERIZETO
In alcuni casi il nome della contrada fu scritto nei registri dello stato civile Prezito, Perizieto, Pirizzito. (i Perizziti, citati nella Bibbia, erano in ebraico gli abitatori di villaggi). Il nome non compare mai nelle deliberazioni consiliari, segno che il territorio non fu mai demanio né soggetto a livello. Si tratta di una piccola contrada confinante con Ponticello, Santa Venere, Acquafredda. Considerando che il nome potrebbe derivare dall'ebraico (i Perizziti, abitatori di villaggi, erano un popolo biblico) e poiché poco più a monte esiste una contrada detta la Geremia, non è escluso ipotizzare che nella zona vivessero coloni ebrei.
Nel corso dell'Ottocento vi abitarono poche famiglie; risulta abitato per la prima volta in un atto di nascita del 1834, anche se non è escluso che alcune nascite e morti furono registrate sotto il nome di una delle contrade vicine. Il primo cognome documentato, che è anche quello più ricorrente, è Di Cianni. Troviamo, infatti presenti in detta zona varie coppie: Di Cianni-Balsano, Di Cianni-Ricca, Di Cianni-Carnevale, Di Cianni-Trotta, e inoltre le coppie di coniugi Cipolla-Santoro, Bruno-Cipolla, Caravona-Iozzo, Orsino-Di Cianni, Scorzo-Cipolla, Ventura-Coscarelli. Erano tutti "bracciali" e contadini. Up
Perizito
PETRONI
CERRETO
FOLLONARA
PIANETTE
SANTA GATA
SCATOZZA
Petroni e Follonara sono citate in una deliberazione del 6 dicembre 1822 riguardante gli affitti dei fondi comunali. In essa leggiamo che " ... in fine Dicembre vanno a spirare gli affitti de' fondi comunali denominati Petroni e Follonara dell'estensione di moggiate quattordici terreno seminatorio secco fra moggiate quattro di seconda, e dieci di terza classe, non che moggiate quattordici di pascolo, cinquanta boscose, e venti di querceto, fra moggiate dieci di prima, cinque di seconda, e cinque di terza classe; Scatozza di cui si ignora l'estensione perchè non comparisce nella Matrice del Ruolo fondiario e perciò si crede questo immobile essere incluso a' due precedenti essendo di tutti e tre attuale conduttore D.Giuseppe Fera per l'annuo estaglio di docati trenta; de' quali fondi potrebbesi ottenere maggior lucro, se vi fosse concorso di maggior oblatori."
La contrada Petrone fu abitata nella seconda metà dell'Ottocento.
Questi i cognomi che compaiono negli atti di nascita e di morte:
Carnevale, Ferraro, Fico, Grosso, Mazzei, Nardi, Occhiuzzi, Perrone, Petrassi, Piraino, Sarpa, Scorza, Tuoto. In contrada Follonara e Pianette furono registrate pochissime nascite che riguardano le seguenti famiglie: Ciardullo, Martucci, Petrassi, Tarsitano, a Follonara, Fico, Serra, Stamato, Sollazzo, Stamato a Pianette; una sola nascita a Cerreto a fine secolo, Angiolina Giglio di Agostino. Quest'ultima contrada, già posseduta dalle Clarisse di San Marco, fu oggetto di controversie legali documentate in varie deliberazioni dal 1864 al 1879.
In una delibera del 1856 riguardante fondi ancora promiscui assegnati provvisoriamente al Comune le contrade Santa Gata -poi S.Agata- e Pianette formavano unica contrada (vedi anche Molara). Up
Petrone o Petroni

Follonara

Santa Gata o S.Agata
PEZZE La contrada è unita a quella denominata Bonavita, e alcune famiglie furono iscritte nei registri dello stato civile come residenti ora in una ora nell'altra contrada.
Si estende dalla citata contrada fino a Cappasanta e alla Matina. Nei primi decenni e negli ultimi trent'anni dell'Ottocento abbiamo contato circa cinquanta nati registrati in questa contrada, per cui riteniamo che nel secolo vi siano state non meno di cento nascite. Fu abitata fin dai primi anni dell'Ottocento da "bracciali, foresi", contadini, zappatori, guardiani di campi e da alcuni artigiani (un mugnaio e un falegname).
Il nome della contrada compare anche in alcune deliberazioni consiliari. Ne citiamo una perchè tratta un argomento di forte attualità riguardante l'affrancazione di terreni demaniali. La delibera n.105 del 7 maggio 1869 ha per oggetto una domanda del signor La Regina su alcune quote demaniali in suo possesso in località Pezze: ... " Il consiglio delibera ..procedersi alla formazione dello strumento di affranco del canone ... ai sensi di legge .... dovrà il sig. La Regina uniformarsi al disposto della legge 21 gennaio 1864 sull'affrancamento dei canoni."
I cognomi che compaiono più frequentemente sono: Avolio, Bartelli, Brusco, Caparelli, Capolupo, Carrozzino, Cervo, Chianelli, Cipolla, Cristofalo, De Parsio o Parsio, Giovane, Leone, Lo Sardo, Lucchetta, Occhiuzzi, Pagano, Perrone, Porto, Raimondi, Salerno, Sandonato, Vetere, Zuccarelli. Up
Pezze
     PIANETTE   (vedi Petroni)
PIETRABIANCA In pochi casi scritta con parole separate, la contrada era unita alle contrade Chiaradea o Chiararia e Riniglio ed era abitata fin dai primi anni dell'Ottocento da "bracciali" e contadini. Nella foto a lato il "casino" in cui in morì Vincenzo Fera fu Filippo, dottore in legge di anni 55, marito di Lorenza Mazzacane, nel 1811 e dove nacque Francesco Filippo nel 1841.
Trascriviamo alcuni cognomi di famiglie che abitarono in questa contrada: Abate, Aloise, Ambrosio, Bastone, Bruno, Bufanio, Ciardulli, D'Angelo, De Gennaro, Fera, Fiore, Frassetti, Loffredo, Occhiuzzo, Paletta, Pucci, Rimedio, Sandonato, Santostefano, Tripicchio, Zecca, Ziccarelli. Up
Pietrabianca
PONTICELLO Confina con le contrade Acquafredda, Santo Stefano, Santa Venere, Richetto. Vi furono registrate nascite fin dal 1810. Era abitata esclusivamente da "bracciali" e agricoltori originari di Paola, San Sisto dei Valdesi, Rende e altri comuni. Questi i cognomi delle famiglie che vi abitarono.
Aloia, Bianco, Di Bartolo, Caravona, Cipolla, Di Cianni, Di Simone, Grosso, Iannelli, Iannuzzi, Leone, Martucci, Micieli, Orsino, Pagnotta, Palermo, Patitucci, Rimedio, Siciliano, Trotta, Tunnis, Vaccaro, Ventura. Up
Ponticello
PORCAGRESTA Confina con le contrade Manca della Castagna, Valentoni, Testoli. Non compare mai tra i fondi soggetti ad usi civici o del demanio ecclesiastico. Vi furono registrate nascite fin dal 1814. Era abitata esclusivamente da "bracciali" e agricoltori, alcuni dei quali provenienti da altri Comuni (Cervicati, Bonifati, Marano, Lattarico, Cetraro, Paola). Questi i cognomi delle famiglie che vi abitarono:
Angelico, Arciuolo, Bonanato, Capano, Caparelli, Carnevale, D'Angelo, De Rosa, Di Carlo, Di Giacomo, Di Zicca, Franchino, Frassetti, Giglio, Grosso, Gualano, Guagliardi, Guarnieri, Libonato, Limpiedi, Mastroianni, Mazzei, Mazziotta, Mosciaro, Palermo, Paletta, Parise, Perrone, Perna, Petrasso, Porco, Potente, Ricca, Rocco, Rossano, Rossi, Sandonato, Santillo, Santoro, Siciliano, Stumbo, Zecca Up
PRATO E PRATO CIARAMILEO È una delle contrade storiche, considerando le numerose citazioni assieme alla contrada Matina, della cui abbazia era possedimento. Compare in vari atti del Decurionato e del Consiglio perchè fondo demaniale. Nella deliberazione decurionale del 1819, fol.5, pag.3, che tratta dei demani ancora indivisi, al punto 25 è scritto testualmente: ":... appartenente al soppresso Monastero dei P.P. Cisterciensi, dell'estensione di tomolate centocinquanta (in altra del 1820 è duecentododici), soggetto agli usi civici di pascolo per tutto l'anno".
Una nota a margine precisa che Prato e Ciaramileo sono la stessa cosa. Quest'ultima denominazione, comunque, compare solo in occasione della nascita di un infante abbandonato e non è escluso che si trattasse di luogo dove esistevano una o più fornaci per cuocere le tegole (in dialetto tale fornace veniva chiamata "ciaramilìa").
La contrada risulta abitata dagli anni Trenta dell'Ottocento e negli ultimi decenni del secolo abbiamo contato oltre cento nascite. Questi alcuni dei cognomi di persone registrate in detta località:
Aloia, Ambrosio, Avolio, Belmonte, Blasi, Bruno, Bufanio, Cairo, Canonaco, Caruso, Chianelli, Ciardullo, Conforti, Cosentino, De Giacomo, De Napoli, Esposito, Farina, Febraruo, Fiore, Guagliardi, Guida, Micieli, Mirabelli, Morante, Napoli, Occhiuzzi, Palermo, Piraino, Porto, Provenzano, Pucci, Sagula, Savaglio, Stella, Storino, Terranova, Tripicchio, Turco, Zuccarelli. Up
Prato
RAGAPIEDI La contrada, probabilmente in altri casi chiamata "Santo Sosti" (dal nome della famiglia Sansosti), limitrofa a Bonavita, fu abitata fin dai primi anni dell'Ottocento sempre e solo da "bracciali", contadini e zappatori.
Ecco alcuni cognomi di famiglie che vi abitarono: Caloiro, Colonnese, Dardis, De Rosa, Di Napoli, Lise, Lombardi, Lombardo, Martino, Mazzei, Petrassi, Petrasso, Presta, Raimondi, Rocco, Sandonato, Spaccarotella, Vizzo, Zagordo.
In località SANTO SOSTI o S. SOSTI nacquero Grosso, Sesso e Volpicella. Up
ragapiedi
RICHETTO Il nome della contrada compare fin dai primi atti dello stato civile risalente al 1809 e nello Status Animarum del 1804, e nella Platea delle Clarisse con censo a carico di donna Dianora Campolongo a favore del Monastero per dote delle sorelle Candela. È limitrofa alla contrada Ponticello e al quartiere Santa Maria; un'area vicina era chiamata comunemente la "Vardara", forse dalla presenza di "bardari", costruttori di barde o basti, o da Bardu, secchio, quindi discarica. La presenza di alcuni cognomi quali Pistoia, Palermo, Contino, Mantovano, Salerno farebbe pensare ad una presenza di famiglie di origine ebraica. La contrada era attraversata dalla strada che portava ai mulini e alle marine di ponente.
Questi i cognomi delle famiglie che abitarono in contrada Richetto:
Accurso, Antonucci, Chimenti, Contino, Giorno, Gullo, Iannuzzi, Mantovano, Patitucci, Piraino, Pistoia, Presta, Rio, Salerno, Siciliano, Spagnuolo, Vidiri (o Fedele) Up
Richetto
RINIGLIO Il nome di questa contrada compare sui registri dello stato civile dagli anni Settanta dell'Ottocento, in un caso fu scritto Nigli e per la maggior parte dei casi Riniglio (Riniglia in quattro casi). Potrebbe derivare da voce dialettale con riferimento ai nibbi o alle nuvole? Le professioni dei genitori dei nati registrati in questa contrada sono sempre e solo quelle di bracciali e contadini.
Ne trascriviamo alcuni cognomi: Berardi, Caruso, Cipolla, Loffredo, Occhiuzzi, Sagula, Sarpa, Scorzo, Trotta. Alcuni di questi nuclei compaiono anche tra le famiglie domiciliate in contrada Chiaradea o Chiararia con questa confinante. Up
Rinigli
RUPI Si tratta di una piccola contrada molto scoscesa e accidentata, prossima a Valentoni. Non fu molto abitata proprio per queste sue caratteristiche.
Queste le famiglie che vi dimorarono nell'Ottocento:
Ambrosio, Arciuolo, Arnone, Carnevale, Cianci, De Rosa, Fico, Forastiere, Gallo, Grosso, Laise, Lombardi, Martorelli, Orsomarso, Mollo, Palermo, Rupi, Salerno, Santoro, Spaccarotella, Tripicchio.
Vi si trova ancora un "casino" di campagna con i colori rosso e giallo chiaro presenti anche in altre ville rurali. Up
Contrada Rupi
SACRAMENTO Una piccola contrada poco distante dal centro urbano, scritta nella maggior parte delle registrazioni Sagramento. Fu abitata dagli anni Quaranta dell'Ottocento sempre e solo da "bracciali", contadini e zappatori.
Trascriviamo alcuni cognomi di famiglie che vi abitarono: Ambrosio, Arcuri, Arnone, Baffa, Borrelli, Carnevale, Caruso, Cipolla, Cosentino, Cosenza, Dardis, De Napoli, Di Cianni, Ferrante, Grosso, Langella, Lombardo, Martellotta, Palermo, Paletta, Petrassi, Petrasso, Piraino, Presta, Pugliese, Sagula, Tripicchio. Up
Sacramento
     SANTA GATA   (vedi Petroni)
SAN NICOLA Situata su una propagine del monte Bocita, vicina alla contrada Troncone, è citata per la prima volta in un registro dello stato civile del 1818. Era abitata da bracciali, foresi, contadini e pastori. Riportiamo di seguito alcuni cognomi di famiglie che vi dimoravano: Carnevale, Ciardullo, D'Andrea, Di Vischio o Vischio, Frassetti, Lo Vecchio, Li Serra, Panno, Perrone, Piraino, Porco, Reda, Rogliano, Trombieri, Vainieri. Up San Nicola
SANTA VENERE
SANTA VENERA
Riportiamo il nome di questa contrada, che compare in pochissime registrazioni dell'archivio dello stato civile, per la sua importanza storica. Innanzitutto perchè essa è citata in un documento del 1065 tra i possedimenti dell'abbazia della Matina (il documento è trascritto integralmente nelle "Carte Latine" del Pratesi), e in secondo luogo perchè la vicinanza di altre contrade come Santopoli, Pirizzito, Santo Stefano ci rimanda a possibili insediamenti di epoca bizantina. Non abbiamo competenza per affermare con certezza una simile ipotesi, tuttavia la segnaliamo agli studiosi anche in considerazione del fatto che sul posto esistono due mulini sulla cui attività i documenti d'archivio dell'Ottocento non fanno alcun cenno. Non è escluso tuttavia che il nome corretto fosse Santa Venera (Veneranda) visto che non esiste alcuna Santa con il nome della divinità pagana.
Nella contrada è documentata la presenza delle seguenti famiglie: Genovese-Mele nel 1815, Parise-Calabrese nel 1824, Micieli-Micci nel 1828, Aita-Migliano nel 1855, Orsino-Di Cianni nel 1900. Up
Santa Venere

Santa Venere
SANTO IORIO o SAN GIORGIO Una piccola contrada, comunemente chiamata Santu Iuoriu, poco distante dal centro urbano, scritta a volte nella forma italianizzata San Giorgio. Fu abitata dai primi decenni dell'Ottocento sempre e solo da "bracciali", contadini. In un atto Cascardo è indicato come contadino, in un altro come proprietario. Siamo alla fine dell'Ottocento quando alcuni degli abitanti del posto hanno costruito la propria abitazione in muratura. Forse la collina di San Giorgio fu utilizzata come cava considerato che a fine Ottocento fu registrata una nascita in località "Cava di Brusco"
Trascriviamo i pochi cognomi che abbiamo trovato negli atti di nascita: Albano, Bruno, Carrozzino, Cascardo, Cerbelli, Di Fino, Di Tommaso, Ferro, Liparoti, Lise, Martino, Matta, Roberto, Scovino. Up
Santo Iorio
SANTOPOLI
S.OPOLI
S.OPOLO
Una contrada ai piedi della montagna, scritta nella maggior parte dei casi nella forma S.Opoli. La voce dialettale "Santuopulu", oltre a conservare l'etimo originale [Santo Opulo], farebbe supporre l'esistenza in quei luoghi di un possedimento bizantino. Infatti, leggiamo sul sito www.tropea.org/ san_calogero.html che anche nel comune di San Calogero, nel Vibonese, esiste una contrada S.Opolo, le cui «origini storiche sembrano risalire al X secolo, quando un gruppo di agricoltori dipendenti dai monaci basiliani, proprietari del territorio, si insedió nelle vicinanze del Convento dedicato a S.Opolo». Il nome potrebbe trarre origine da una corruzione di Sant'Ippolito che talvolta era scritto "Santo Polito". Da un articolo di Legambiente Tirreno apprendiamo che a Milazzo si trova una "Fonte di S.Opolo che prende il nome dalla Chiesa di epoca bizantina esistente nelle sue vicinanze, dedicata al culto di Sant'Euplio Martire, Diacono Catanese".
Nel Registro delle entrate del monastero di Santa Chiara del 1663 leggiamo che "Francesco Maria Catalano sopra la Possessione di Santo Opulo che fú di Salvatore Catalano paga docati sette, e mezo". Salvatore Cristofaro nella Cronistoria cita il fondo S.Opoli come lascito di monsignor Nicola Brescia, vescovo di S.Marco dal 1747 al 1768, «per maritaggi a povere fanciulle, per soccorrere in caso di bisogno il seminario, per due borse a favore di due giovani ... mantenuti in seminario gratuitamente, e per vesti a poverelli. Lasciò in detto fondo l'armento, il gregge ed un frantoio per gli ulivi del fondo stesso; onde il seminario non aveva bisogno di comprare olio e latticini ...» Una causa tra il seminario e il demanio, ci informa ancora il Cristofaro, mutò la proprietà del fondo nel periodo dell'episcopato di Livio Parladore.
Per completezza d'informazione riportiamo anche il riferimento ad una località Santopolo in un libro del 1825 (Viaggio a Tivoli - Lettere di Filippo Alessandro Sebastiani).
Negli atti d'archivio del Comune il nome della contrada compare solo nei registri dello stato civile fin dalla data della loro istituzione. Nel 1809 vi dimoravano i coniugi Carnevale-Sarpa e Carnevale-Ferraro. Nel 1848 è documentata la presenza di Antonio Sarpa, sposato con Angela Perrone e di Vincenzo De Rosa con la moglie Maria Gaetana Carnevale, entrambi "molinari". La contrada era abitata quasi esclusivamente da coltivatori, "bracciali", zappatori.
Oltre a quelli citati trascriviamo alcuni cognomi che abbiamo trovato negli atti di nascita e di morte: Avolio, Cipolla, D'Andrea, Di Biase, Di Cianni, Fazio, Fera, Forastieri, Forlano, Lo Gatto, Lombardi, Lombardo, Micieli, Migliano, Noce, Pagano, Palermo, Patitucci, Petti, Potente, Raimondi, Rizzo, Sarpa, Storino, Vainieri, Zecca, Zupi. Up
Santopoli
SANTO STEFANO Una piccola contrada poco distante dal centro urbano, abitata dai primi anni dell'Ottocento da bracciali, contadini e pastori. Negli ultimi anni dell'Ottocento è registrata la nascita della figlia di Carlo Curatolo*, un orefice proprietario dell'omonimo "casino" rustico (foto a lato), oggi proprietà Patitucci.
Confinava con "Castagni di San Francesco", Acquafredda, Ponticello, Acqua di Cosimo.
Abbiamo le nascite avvenute nei primi e negli ultimi decenni del secolo diciannovesimo, ne trascriviamo i cognomi: Curatolo, Di Cianni, Di Simone, Greco, Marino, Mazzei, Palermo, Patitucci, Perna, Pirri, Rizzuto, Stella, Trombino, Tuoto, Ventura. Up

*Era il nonno materno dell'autore del "L'Ottocento dietro l'angolo"
Santo Stefano
SCARNIGLIA Unita alla contrada Valle la Sala, il suo nome compare già nei primi registri delle nascite. Doveva essere abbastanza popolata visto che negli ultimi decenni dell'Ottocento vi furono registrati circa cento nati.Tutti coloro che vi abitavano svolgevano lavori agricoli.
In due deliberazioni si fa riferimento a continue arginazioni delle rive del fiume Follone da parte dei fratelli Campagna, in danno delle proprietà ricadenti sulla riva opposta.
Questi alcuni cognomi che compaiono nei registri dello stato civile: Aita, Bianco, Blasi, Branca, Bufanio o Bufano, Caloiro, Canonico, Carnevale, De Biase, Fedrici, Ferrante, Fiore, Formoso, Giovane o Giovine, Grosso, Loberto o Roberto, Martillotta, Martucci, Micieli, Morelli, Parise, Petrassi, Roberti o Roberto, Sagula, Silves, Sollazzo, Stella, Tarsitano, Tripicchio, Zecca e Zicca. Up
Scarniglia
     SCATOZZA   (vedi Petroni)
SCIANCARELLA Popolosa contrada agricola sottostante la Riforma; confina tuttora con la contrada Falcicchia, entrambe citate nei registri dello stato civile fino dalla loro istituzione nel 1809, assieme ad altra, oggi inesistente, denominata "Donna Porzia". Nessuna di esse compare nelle deliberazioni riguardanti demani comunali.
Dai registri dello stato civile risulta che dimorarono nelle zone anzidette le seguenti famiglie:
Questi alcuni cognomi che compaiono nei registri dello stato civile: Aiello, Allegretti, Arcuri, Bianco, Branca, Brindisi, Brusco, Cervo, Chianelli, Chimento, Cipolla, Cristofalo, De Biase, De Napoli, De Rosa, De Tommaso, Di Fino, Di Parsio, Domanico, Esposito, Falbo, Ferrante, Ferro, Filisone, Fiorillo, Gallo, Giovane, Greco, Grosso, Guaglianone, Iannuzzi, Langella, Lauso, Lavorato, Lisi, Lombardo, Martino, Matta, Mazzia, Mazziotta, Nardi, Orlando, Petrassi, Porco, Porto, Pugliese, Raimondo, Rimedio, Roberto, Rocco, Sagula, Sandonato, Santoro, Sesso, Seta, Solimo, Spaccarotella, Spagnuolo, Storino, Tripicchio, Venci, Veneziano, Vivona, Volpe, Volpicelli, Zaccaro. Up
Sciancarella
Sciancarella
SCIULLI Sia negli atti di nascita che di morte la contrada Sciulli è citata per la prima volta nel 1819 con la denominazione che conserva tuttora. La prima nascita che vi fu registrata è quella di una figlia di Pasquale Petrasso e di Rosalia Migliano, i quali pur non dimorando stabilmente stabilmente in quei luoghi vi abitarono per un certo periodo visto che nel 1832 fu registrata la nascita di un loro figlio.
I nomi di questa contrada e di quelle viciniori Fichiminutilli, Solamo, Rupi, non compaiono mai negli atti decurionali o di consiglio probabilmente perché non erano di natura demaniale.
Vi abitarono numerose famiglie, tutte composte da braccianti e contadini. Nei primi anni è documentata la presenza delle seguenti coppie oltre quella già citata:
Arciuolo-Stummo, Domanico-Parise, Domanico-Rizzo, Domanico-Siciliano, Aloia-Puoci, Aiello-Severino, Stella-Bianco, Naccarato-Leporo, Rocco-Spaccarotella, Giovazzino-Gatto, Sandonato-Ambrosio, Chimento-Andriolo, Luberto-Seta, Spagnuolo-Pagnotta, Veneziano-Iannuzzi. Poi nella seconda metà dell'Ottocento troviamo i seguenti cognomi: Allegretto, Apollaro, Arnone, Barbieri, Bianco, Borrelli, Bufanio, Cipolla, Credidio, Dardis, Ferraro, Galante, Giocondo, Greco, Grosso, Lauso, Lippo, Lombardo, Novello, Paletta, Pepe, Petrasso, Pirri, Raimondo, Rimedio, Salerno, Sciulli, Tripicchio, Zaccaro. Up
Sciulli
SERRAMADDAMMA La contrada dal nome insolito, forse con riferimento all'appellativo con cui era chiamata la proprietaria, è limitrofa a Mancacastagna e Porcagresta. In una deliberazione del 1869 e in una successiva del 1875 il fondo Serramaddamma risultava usurpato dai signori Sarri (di Mongrassano?).
La prima registrazione di una nascita è del 1874. Vi abitarono Domenico Bastone con la moglie Maria Saveria D'Angelo, Michele Bianchino e Rosaria Russo, Giuseppe Di Giacomo e Maddalena Raimondi, Francesco Fiorito e Nicoletta Di Giacomo, Francesco Grosso e Rosalia Petrassi, Pasquale Onofrio e Cherubina Basile, Salvatore Parise e Concetta Mauro, Giovanni Trotta e Concetta Patitucci. Tutti ebbero figli nati nella contrada in questione. Up
Serramaddamma
SOLAMO Era unita a Rupi e Valentoni. Non fu molto abitata; il cognome che ricorre spesso è Petrassi/Petrasso. Questi gli altri cognomi che furono registrati per nascite e morti in questa contrada:
Abbate, Arnone, Baffa, Carnevale, Coscarelli, Cosentino, Cosenza, Chimenti, Cupone, Dardis, Di Cianni, Ferraro, Gallo, Iannoccaro, Marino, Palermo, Petrassi/Petrasso, Raimondi, Roberto/Roberti, Tripicchio. Up
Solamo
SPIZZIRRI La contrada è citata negli atti decurionali fin dal 1821 come fondo rustico affittato al canonico don Gaetano Ruffo per un'estensione di 46 moggiate al prezzo di otto ducati annui. Nel 1826 fu oggetto di permuta con un fondo di don Giuseppe Candela sito in località Riforma, dove vennero costruite baracche per il commercio (vi si svolgevano le fiere di S.Antonio e del Crocifisso e fino al 1823 anche quella della Conicella, vedi casette). Negli anni dal 1863 al 1865 il consiglio trattò argomenti riguardanti assegnazioni di quote in detta località.
La contrada non risulta essere stata abitata negli anni anteriori al 1886; da questo anno fino al 1900 vi furono registrate solo dodici nascite. Questi i nomi dei genitori: Gennaro Cristofalo e Francesco Porto (sposati rispettivamente con Rosa e Carmela Barci), Rimedio Antonio e Carmela Di Napoli, Domenico Sagula e Filomena Grosso. Up
 
TESTOLI La contrada Testoli confina con Ragapiedi, Valentoni e Coppolillo. È citata nei registri dello stato civile dal 1812, nonchè in due deliberazioni del 1870 riguardanti la strada dal Medichicchio a Spinetto, Ghiandaro e Valle.
Questi i cognomi di alcune famiglie che vi abitarono: Carnevale, Carrozza, Colonnese, D'Andrea, De Napoli, Frassetti, Grosso, Ippolito, La Valle, Lauso, Lombardo, Martillotta, Palermo, Perrelli, Raimondo, Rizzo, Rocco, Siciliano. Up
Testoli
TRONCONE Situata sul costone del monte Bocita, vicina alle contrade San Nicola e Molino (o Macchia del Molino), è una piccola contrada citata già nei primi registri dello stato civile del 1810. Non sappiamo se fosse limitrofa ad un'altra contrada detta Cosimo oppure se si trattasse della stessa località. In un atto di nascita leggiamo che il fondo Troncone era di proprietà dei signori Fazzari. Era abitato esclusivamente da bracciali e contadini, di cui riportiamo alcuni cognomi:
Carnevale, Cristofaro, Domanico, Famulo, Guaglianone, Morelli, Porco, Rogliano, Santanna, Storino, Trombieri, Venezia, Ventura.
Vogliamo segnalare che nel 1813 nel citato fondo fu ritrovata una bambina abbandonata dell'apparente età di tre giorni alla quale fu dato il cognome Argentano, segno che fin da allora qualche amministratore aveva pensato di abbinare il nome di San Marco a quello dell'antica città. Sindaco del tempo era Saverio De Marco. Up
Troncone  
VALENTONI È una contrada molto estesa, che fu molto popolata nell'Ottocento.
Dalle registrazioni di nascita e di morte abbiamo desunto l'elenco delle famiglie che seguono:
Antonucci, Apollaro, Arciuolo, Argento, Arnone, Arpino, Baldinelli, Barbieri, Basile, Bianchino, Bianco, Bova, Brogno, Caparelli, Cappellano, Carrozzino, Caruso, Castiglia, Cataldo, Catauro, Chimenti, Ciancio, Cipolla, Ciraudo, Colonnese, Coscarelli, Cosentino, De Rosa, De Rose, De Seta, Deodato, Di Biase, Di Luca, Di Napoli, Domanico, Esposito, Fioriggi, Fiorino, Frassetta, Garritano, Giglio, Grosso, Guarnieri, Iannelli, Iantorno, Iulianelli, Laise, Langella, Lento, Leone, Lise, Lombardo, Mantuano, Martillotta, Mastrojanni, Mazzei, Mazziotta, Migliano, Mollo, Orlando, Pagano, Pagnotta, Palermo, Paletta, Palmieri, Panno, Papa, Parise, Patitucci, Perrone, Perrotta, Porto, Raimondo, Rango, Rimedio, Rimedio, Rizzo, Rizzuti, Rogliano, Romano, Sansone, Santelli, Santello, Santillo, Sanzone, Sciammarella, Scianni, Scorza, Scorzo, Serra, Seta, Siciliano, Sinopoli, Spaccarotella, Sparlato, Stamato, Stella, Tenuta, Tenuto, Terranova, Tommaso, Tripicchio, Trotta, Valentoni, Ventura, Ziccarelli. Up
Valentoni
VALLE DELLA SALA Unita alla contrada Scarniglia, si sviluppa sul lato sinistro del fiume Follone. Il nome fu scritto nella forma Valle della Sala e Valle la Sala (forse dal percorso che conduceva alle saline di Lungro o da sala voce longobarda), non compare tra i demani, nè in alcuna delibera, bensì nei registri dello stato civile a datare dal 1834. Poichè alcune nascite nello stesso nucleo familiare furono registrate come avvenute a Valle della Sala e altre volte a Scarniglia, dobbiamo supporre che non vi fosse una precisa distinzione tra le dette località.
Riportiamo i cognomi di alcune famiglie che erano domiciliate in questa contrada: Aloia, Bufano, Canonico, Giovine o Giovane, Lise, Lo Gullo, Loffredo, Luberto, Mariano, Marino, Micieli, Occhiuzzi, Roberti e Roberto, Serra, Sollazzo. Up
Valle Sala
VALLE DELLA VECCHIA Il nome di questa contrada fu registrato per la prima volta in un atto di morte del 1872: Francesco Falbo, bracciale di 64 anni, nato a Rovito, sposato con Rosa Guagliardi. Non avendo trovato altre registrazioni con tale cognome non è escluso che egli si trovasse occasionalmente in detta contrada, dove certamente risiedeva la famiglia di Giovanni Grosso e Angela Rummolo che ebbero il loro primogenito Gaetano il giorno di Pasqua del 1874 e che lì morì dopo tre anni. Il cognome che compare più frequentemente è Caruso, ad iniziare dal 1885 con la nascita di Rosina Nominata figlia di Giuseppe. Anche Domenico Chimenti, Antonio Gaudio, Tommaso Mosciaro, Vincenzo Petrasso e Gaetano Rizzuto vi abitarono stabilmente. Questi i cognomi di altre famiglie che vi dimorarono: Borrelli, Carrozzino, Colonnese, De Rosa, De Gennaro, Lise, Presta, Romano, Russo e Soda.
La contrada è citata anche in alcune delibere consiliari ad iniziare dal 1860 relativamente a quote demaniali, una assegnata a Gaetano Martucci, cinque nel 1863 a Raffaele Misuraca e quattro in enfiteusi perpetua nel 1867 al fratello Pasquale. Up
Valle della Vecchia
     VERNICCHIO   (vedi Maiolungo)     -     SAN MARCO NEL SEICENTO