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Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti


 
Due famiglie con cognome Chiarelli furono presenti a San Marco Argentano nel XIX secolo: una proveniente da Catanzaro, l'altra da Napoli. Della prima conosciamo soltanto la registrazione nel 1831 della morte di Anna Maria Chiarelli, figlia del fu Giacomo e di Crelia Scalza, mentre della seconda conosciamo i nomi di tutti i componenti e i risvolti di una tragica vicenda di cui fu vittima il più giovane dei suoi membri.
Antonio Chiarelli, di Napoli, era usciere a San Marco quando, non ancora quarantenne, morì lasciando la moglie Maria Francesca Cimino con cinque figlie e due figli, la maggiore di anni diciassette, il minore, Gennaro, di soli tre anni. Quest'ultimo all'età di venticinque anni, il 13 giugno 1862, all'una di notte, fu ucciso in località Serramadamma per mano dei briganti. L'atto di morte non fa cenno alla morte violenta, ma una deliberazione del 21 luglio 1863 attesta il fatto di sangue e riporta una petizione degli amministratori al governo italiano per l'erogazione di un sussidio alla madre e ai figli superstiti. Gennaro Chiarelli non era possidente, né svolgeva alcun ruolo nella repressione del brigantaggio -nell'atto di morte è indicato come "civile". Un suo cognato, Filippo Donadio, nel 1850 era sergente della polizia borbonica. Dall'atto deliberativo non si evincono le circostanze dell'uccisione, per cui non sappiamo perché il giovane fu ucciso a quell'ora della notte in una contrada lontana oltre cinque chilometri dal centro abitato.