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Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti


 
Michele Coco era un sartore di trentatre anni, domiciliato alla piazza di basso, quando nel 1812 si sposò con Saveria Graniti. Dall'atto di matrimonio –che nei primi anni di istituzione dello stato civile era ricco di informazioni– abbiamo ricavato le notizie per risalire alle due generazioni antecedenti. Sappiamo così che il padre dello sposo era guarda portone a Napoli dove morì nel 1810 all'età di 54 anni e che i suoi avi paterni si chiamavano Giovanni e Teresa Bello, morti entrambi a Lattarico, dove pure morì la madre dello sposo. La sposa, Saveria, era figlia di Giuseppe Graniti, regio agrimensore .
In tutte le registrazioni di nascita dei figli compare la firma di Michele, indicato sempre come sartore (in uno è scritto di Latronico - o di Lattarico? ), mentre il nome della moglie è preceduto dagli appellativi di "civile" o "signora" (sappiamo da alcuni atti che era cusitrice ).
Saper leggere e scrivere e avere una posizione economica agiata collocava i dichiaranti in una scala sociale diversa dai lavoratori manuali e agricoli (detti comunemente bracciali ), per i quali anche la voce prestampata signor era puntualmente annullata con un tratto di penna.
Negli anni le condizioni socio economiche migliorarono ancor più al punto che nella seconda generazione troviamo il nome del figlio Vincenzo preceduto da un rispettosissimo don e alla voce professione quella di proprietario . Sposò Teresina Giordano, figlia del farmacista di Cetraro ed ebbe la prima figlia Angelina Coco nel 1843. Morì cinque anni dopo, a trentadue, anni senza poter vedere la nascita del figlio maschio, che fu chiamato in sua memoria Vincenzo. Era il 23 marzo 1848.
Dopo due mesi morì anche quest'ultimo. Nessuna registrazione del cognome Coco è avvenuta dopo tale data.