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Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti


 
Il primo documento in cui incontriamo il cognome Ruffo risale al 1811: è l'atto di matrimonio di Cecilia Giovanna con Francesco Talarico, dottore domiciliato alla piazza di sopra. La sposa abitava nel quartiere Ser Andreace*.
La ricostruzione storica della genealogia della famiglia Ruffo è stata possibile grazie all'atto di matrimonio di Giuseppe, uno speziale (farmacista), con Maria Giuseppa Aiello di Positano. Non essendo più in vita Pasquale Ruffo, proprietario, padre dello sposo, come prevedeva la legge è citato il nome dell'avo paterno: Giuseppe. Negli atti successivi incontriamo i tre figli nati da questa unione: Gaetano, Francescantonio e Mariannina.
Le note a margine di alcuni atti di nascita ci hanno consentito di tracciare un quadro che arriva ai primi anni del Novecento.
Ruffo Giuseppe è ricordato da Salvatore Cristofaro nella sua "Cronistoria della Cittą di San Marco Argentano" per aver fatto parte del comitato insurrezionale nei moti del 1848. Sia Francesco che il fratello Gaetano svolsero incarichi pubblici: quest'ultimo è citato in una delibera consiliare del 1865 riguardante l'amministrazione del Monte Frumentario. Francesco fu consigliere e assessore.
* Ser Andreace era un nobile Gonzaga. Il quartiere coincideva con le attuali via Poerio, piazza Garibaldi, Via Raffaele Fiore. Il nome Ser Andreace fu variamente interpretato: il quartiere anzidetto in alcuni atti compare con il nome di strada S. Iace ... un santo inesistente nato dall'accorpamento fonetico S[er]and [r]iace. Per gli stessi motivi un'area boschiva della Montagna Magna prese il nome, che tuttora conserva, di Indriaci. Alcuni, in tempi recenti, ritennero che fosse una particolare razza di cinghiali!