Mio padre era nato a San Marco Argentano nel 1910 ed era figlio di Tommaso Curatolo e Filomena Caputo.
Giunse in Africa nel 1935 e si stabilì in Etiopia, ad Addis Abeba, dove conobbe mia madre Zewde Gabretsadik. Qui nacqui io nel 1954 e dodici anni più tardi mio fratello Fausto.
Mio padre non dimenticò mai le sue origini italiane e le usanze del suo paese. Talvolta parlava con noi usando alcune espressioni "calabresi" e chiamava i suoi amici scherzosamente con il "don" come si usava fare a San Marco. Aveva tre grandi passioni: la famiglia, i motori e la vigna, che aveva piantato e curato per lunghissimi anni. La passione per i motori e le macchine lo accompagnò per tutta la vita, ma la "Topolino" grigia fu la sua compagna inseparabile e prediletta. Anche di fronte al Caterpillar o al Bedford, fedeli compagni del suo lavoro quotidiano, aveva verso la piccola utilitaria un legame sentimentale che forse gli ricordava l'Italia.

Grazie ai suoi sacrifici abbiamo potuto studiare e avere una vita abbastanza serena: mio fratello è sposato con Hanna e ha due bambine: Greta e Matania, che hanno già visitato la terra in cui era nato il nonno.
Mio padre è scomparso nel 1995, e non ha fatto in tempo a vedere la nuova casa che aveva scelto e dove oggi vivo con mia mamma Zewde; mio fratello con la sua famiglia abita poco distante da noi.
Mio fratello Fausto ed io siamo venuti frequentemente in Italia, ma solo da alcuni anni abbiamo "scoperto" la piccola città in provincia di Cosenza dalla quale mio padre era partito circa settanta anni fa.
Il caso ha voluto che l'autore di questa ricerca fosse un mio cugino, infatti mio nonno Tommaso e il nonno materno di Paolo Chiaselotti, Carlo, erano fratelli. Questo fatto mi ha dato un piccolo "privilegio", cioè quello che nell'albero genealogico dei miei antenati compare per intero anche la mia famiglia attuale.

Filomena Curatolo, Addis Abeba