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Questa pagina fa parte del sito L'Ottocento dietro l'angolo di Paolo Chiaselotti

 
Il ceppo di questa antica e illustre famiglia è stato ricostruito sulla base delle notizie desunte dagli archivi del comune di San Marco Argentano, istituiti nel 1809, dallo "Status Animarum" del 1804 conservato presso l'Archivio Diocesano, dal catasto onciario del 1754 e dall'Archivio di Stato di Cosenza on-line. Probabilmente esso è incompleto in quanto alcuni suoi membri nacquero altrove. Infatti quattro figli di Giuseppe e di Costanza Grandinetti nacquero a Cosenza, come risulta dai loro atti di matrimonio o di morte (si veda anche quanto il Cristofaro scrive su questa famiglia nella sua Cronistoria).
Dalla trascrizione di una comunicazione del 24 agosto 1851 apprendiamo che Pasquale [il suo nome era Carlo Pasquale Raffaele] " di anni 30 ... morto inopinatamente, privo del Santissimo Sagramento .. a Genua alle ore 10 di sera del 28 di giugno 1861" fu sepolto nel cimitero di Staglieno.
In tutti gli atti i loro nomi sono sempre preceduti dagli appellativi di riguardo don e donna e indicati col titolo di gentiluomini e gentildonne.
Il cognome ricorre spesso nella Cronistoria della città di San Marco Argentano di Salvatore Cristofaro per meriti morali e politici, quest'ultimi a sostegno di azioni antiborboniche, ad iniziare dall'appoggio alle truppe francesi, ai moti insurrezionali del '48 e ai comitati per l'Unità d'Italia. Andrea Amodei, fu tra i fondatori della prima loggia massonica giacobina in San Marco. Fattosi prete si spogliņ per diventare ufficiale delle truppe francesi in Calabria.
Vari gli Amodei citati nelle delibere del decurionato e del consiglio, dalle quali apprendiamo che esisteva un'opera pia, il monte Amodei, fondata con lascito di questa famiglia, che Carlo Amodei in qualità di sindaco della città provvide all'alloggiamento delle truppe francesi dirette in Sicilia, che Francesco, legale e anch'egli sindaco, dovette rinunziare alla carica "per il motivo della malsania della sua moglie la quale con esso si doveva assentare dal Comune per un tempo indeterminato." Numerosi i suoi interventi in seno al consiglio, di cui uno particolarmente polemico nei confronti di Carlo Selvaggi per millantati meriti civili di quest'ultimo (deliberazione n.45 del 1864).
Sappiamo ancora che Carlo, fratello di Francesco, fu esattore (nonché tesoriere comunale e delle Opere Pie fino al 1874, anno in cui ottenne l'esonero ".. a causa della di lui depreziata salute, .."). Anche di lui resta testimonianza di un'accesa disputa consiliare (n.209 del 28 novembre 1877) con Emmanuele Conti in gara per l'aggiudicazione del servizio esattoriale.
Il cognome era già presente a San Marco nel XVI secolo come attestano due atti di battesimo conservati nell'archivio diocesano: Esso compare anche nella Platea delle Clarisse del 1632 con il reverendo Annibale Amodei e suor Giovanna (al secolo Isabella).
 
La loro abitazione, il palazzo Amodei tuttora esistente, era ubicata nel quartiere allora detto di Ser Andreace (un nobile Gonzaga).
A questo proposito vogliamo citare una piccola curiosità: il quartiere anzidetto in alcuni atti compare con il nome di strada S. Iace ... un santo inesistente nato dall'accorpamento fonetico S[er]and [r]iace. Per gli stessi motivi un'area boschiva della Montagna Magna prese il nome, che tuttora conserva, di Indriaci,  che alcuni, in tempi recenti, ritennero derivasse dal nome di una particolare razza di cinghiali!